Home > News > IT Solutions to End Poverty (ISEP): alla ricerca di un approccio propositivo “dal campo”

 

 

 

Ciao a tutti:

dopo qualche giorno di lettura e interscambi in rete con persone che seguono questa problematica ci tenevo ad esporvi (con la speranza di essere chiaro e non troppo prolisso come mio solito:-) un punto sull’idea che mi sono fatto sulla materia e aprire al vostro giudizio anche una linea per “entrare in gioco”.

Inannzitutto credo di capire che prima di tagliare qualche traguardo come nel caso dei migliori gregari poi cresciuti a campioni pare evidente che “dovremo portare un pò d’acqua”.

  • PRESE DI CONTATTO: i players principali per ISEP che sono “universalmente” riconosciuti come solutions providers anche dagli operatori locali e dagli utilizzatori – dopo alcune ricerche in rete – credo siano tre

  • DAL CAMPO: chi è sul campo innanzitutto sconsiglia di partire ad operare in realtà come Kibera (Kenya, il secondo slum dell’Africa dopo Soweto: ne vedete un panorama agghiacciante qui) per due motivi principali
    1. i problemi vi hanno raggiunto complessità pressochè ingestibili da piccole onlus ed NGO
    2. sono a volte anche “preda” di enti senza scrupoli che vengono a “filmare la povertà” per poi approfittarne a farsi raccolte di fondi che chissà poi dove vanno…

      consigliano invece di prendere contatto ed imparare da realtà di associazioni locali che davvero operano in contatto con chi ha bisogno ed allo scopo un contatto che si è segnalato è quello di
      Samwel Okech kongere – Nyamuga primary school P.O BOX 191, MBITA 040305-KENYA – FOSS ADMIRER Community Development il quale segnala una serie di realtà e progetti concretamente operativi su cui consiglia di seguire e imparare:


I have been researching on Kibera, visiting orgs and meeting people there for the last three years. I live and work in the rural Kenya. I have national and internatiol networks.

Can you check this site www.friendsofrusingaisland.org , i have found out that Kibera is a complicated slum dwelling in Nairobi the capital of Kenya.

My ICT4D project on youth and female empowerment is Suba youth resource Centre, i am the information coordinator, i hope more questions and answers later.

we have an ICT Programme going on at Our capacity. We offer computer basics training and our website www.friendsofrusingaisland.org can help you have hints.

I hope to get your response later. I will post our 2009 plan after February.

We are focusing on ICT and entrepreneurship to empower women and girls out of school up to July when we’ll focus on Sustainable Local Tourism and Agriculture after the consortium. Me and Tom Ochuka are planning the NGO, CBO, and self help Organizations consortium in Kisumu in July 2009 to learn more on other sustainable projects for the Lake Region Including Tanzania and Uganda.

Samwel.

[da Chris Macrae, giornalista londinese che ha segnalato Samuel] should add local kenya networkers of samuel to this map; sounds like you are all doing much needed local stuff; I still want to find someone in kenya who connects with Ingrid Munro of Jamii Bora http://yunusafrica.com as I think that may be the best african banking model there is for everything youth can empower; Its amazing what a lady who takes some orphans into her home can do in 9 years when she and the orphans start community banking; I hear they are buidling a 2000 house village; have partnered missinary hospitals to fit up affordable health insurance for all their borrowers, now 125000; are partnering with http://wholeplanetfoundation.org in fair trade kenyan coffee; africans at the grassroots are genius at collaborating give a level playing field, and goodwill leader, and hi-trust maps

Jeff Mowatt basato a Londra opera in Europa centro-orientale con You may also be interested in a project in which IS are proposed as part of a mix component model for development, a ‘Marshall Plan’ paper. http://www.p-ced.com/projects/ukraine/national/

spero di ricevere presto una risposta alla richiesta ultima (allego qui sotto) sul gruppo Microfinance Network dove un professore della Burgundy sta raccogliendo articoli sul tema inoltre altre idee utili da valutare si trovano sul post aperto in Google (gruppo Yunus_discussions: http://groups.google.it/group/yunus_discussion/browse_thread/thread/528552b6bd95dd8c?hl=it )


Concludo con le strade che al momento ne traggo per proseguire a cercare di realizzare concretamente una nostra iniziativa con progetti ISEP, vedo due direzioni:

a) continuare nelle prese di contatto a presentare ISF: ieri sera come dicevo l’ho fatto alla Grameen Solutions (branch tecnologico della Grameen: attendo risposte) si possono poi contattare anche Ashoka e Brac che fanno pressochè le stesse cose

b) esaurire da noi uno studio approfondito dei tre solutions provider ed essere noi per primi propositivi con un’iniziativa da noi specificata da offrire sulla rete a fronte delle realtà che già ad oggi ci sono state segnalate

cosa ne dite a), b) o a)+b) insieme?

Di mio segnalerei come utile a)+b) ossia proseguire sì a prendere contatti “istituzionali” ma con l’idea che probabilmente riusciremo ad ottenere qualche risultato solo se con umiltà e impegno avremo voglia di studiare il più possibile e proporre noi stessi un’attività magari anche piccola ma realizzabile totalmente da ISF a favore di qualche utilizzatore o piccola comunità per modo che: aiutiamo intanto qualcuno e nel frattempo possiamo avere una “referenza” adatta ad essere magari ricontattati più facilmente.

Certo che in un’occasione come questa sarà più che mai utile e prezioso ottenere pareri e valutazioni da tutta ISF a partire anche da chi ha già esperienza “sul campo” sia in termini di microfinanza ma anche di regioni remote e non ancora raggiunte dal digitale.

E dopo questa algebra di idee… ANCORA BUON NATALE A TUTTI!

Aldo:-)

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