Home > News > Il nostro 2019

Carissimi amici,
siamo a fine 2019 e, come di consueto, mi piace rileggere con voi quanto ISF ha realizzato nel corso dell’anno, soffermandomi sugli aspetti piu’ significativi ma anche sulle aree in cui potremmo migliorare ancora.

Anche quest’anno, a conferma di un trend iniziato da un po’, ISF e’ cresciuta in termini assolutamente significativi, sia come numero di progetti realizzati che come popolazione di beneficiari coinvolti. Per darvi un’idea piu’ precisa faro’ qualche paragone con quanto fatto in precedenza.

Inizio con l’area della formazione, nell’ambito della quale, fino a qualche tempo fa, eravamo focalizzati sull’insegnamento delle conoscenze digitali in contesti di disagio, quali le carceri o le comunita’ di recupero dalle tossicodipendenze, ma anche verso gli anziani per aiutarli ad usare i nuovi strumenti computer e cellulari.

Dal 2014, ci siamo poi convinti che stava sorgendo un’altra esigenza, legata non tanto alla conoscenza tecnica bensì ai comportamenti indotti dall’uso delle tecnologie.
Episodi gravi, come il bullismo, la pedofilia, le truffe, la ludopatia, attraverso la rete continuavano ad aumentare, toccando ragazzi, anziani e cittadini comuni, assumendo spesso i connotati di una vera emergenza da arginare.

Abbiamo pertanto lavorato non solo per portare conoscenza d’uso della tecnologia, cosi’ da facilitare un atteggiamento meno passivo e favorirne un utilizzo piu’ consapevole ed efficace, ma abbiamo iniziato anche a contribuire allo sviluppo di una “cultura” sana del digitale, dove per cultura intendiamo la consapevolezza e l’analisi critica dei cambiamenti indotti dall’avvento del digitale nel comportamento e nel sentire degli individui e della società: salvare i nostri valori di riferimento passa a mio avviso da questa accresciuta consapevolezza.


Quest’anno le iniziative nell’area della formazione sono state tantissime. Ne ricordo di seguito alcune. I progetti dedicati ai ragazzi: I nostri figli nella reteBullyctionary, le attivita’ al Montessori di Roma. I progetti dedicati alle persone piu’ anzianeVICTORIAnch’io Digitale o Ambasciatori Digitali. I progetti dedicati a immigrati e disoccupati con basso profilo scolastico: WorkLab, i corsi al centro Matemu’ a Roma, Dialogue e Fork a Napoli. I progetti realizzati per l’Africa, dove abbiamo portato Informafrica, la nostra piattaforma di formazione, in Uganda, in Burkina Faso ed in Senegal, e abbiamo continuato Tech4See, la nostra aula d’informatica per bambini e ragazzi non vedenti in Mozambico.
Se fino a poco tempo fa riuscivamo a formare, tutto compreso, qualche centinaio di persone all’anno, nel 2019 abbiamo toccato migliaia di beneficiari; pensate che solo fra i ragazzi sono stati piu’ di 5000.

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Uno dei laboratori di “Ambasciatori Digitali”.

Siamo anche orgogliosi per aver consentito a molti disoccupati di aver trovato occupazione come conseguenza delle nostre iniziative, e di aver avuto i primi due ragazzi non vedenti della nostra scuola di Beira, in Monzambico, che non solo si sono iscritti all’università, ma che hanno concluso con successo il primo anno di studi.


E non ci fermiamo qui, perchè nel 2020 sono gia’ iniziati nuovi progetti, quali Odiare non e’ uno sport, per arginare i fenomeni di odio in rete, o Coding nelle scuole,dove 120 insegnanti e circa 800 ragazzi saranno formati sul coding e sul pensiero computazionale, per migliorare la formazione digitale in 6 Istituti Comprensivi.

Voglio anche citare il Festival di Rovereto, giunto alla sua quarta edizione, che è stato ritenuto dal pubblico il migliore realizzato finora e con contenuti estremamente interessanti ed attuali.

Ormai questo appuntamento è diventato un punto di riferimento per la comunità digitale, e non solo, ed è un importante momento istituzionale di riflessione riguardo le implicazioni dovute alle tecnologie digitali su tutti noi cittadini.

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L’Auditorium Melotti di Rovereto durante il Festival 2019.

Pensando invece all’area legata alla cooperazione allo sviluppo, l’area da cui ISF ha mosso i primi passi con le attività nell’ospedale di Angal in Uganda del 2006, possiamo senz’altro dire che i progetti sono nel tempo cresciuti in numero e complessità, trainati da due iniziative importanti: la prima nel 2011, quando è iniziata la collaborazione con il CUAMM, Medici per l’Africa; la seconda proprio quest’anno con la costituzione del gruppo di lavoro focalizzato su Open Hospital, il nostro sistema gestionale per ospedali rurali, che sta marciando a pieno regime e che sta gestendo in modo più strutturato le richieste che sempre più numerose arrivano.

Nel 2019 abbiamo realizzato un numero significativo di progetti che si protrarranno o amplieranno negli scopi anche negli anni futuri.
Abbiamo continuato nella meccanizzazione e portato all’operatività le farmacie dello Sahrawi, alle quali stiamo dando adesso assistenza remota con piena soddisfazione degli utenti, e dove il progetto si sta allargando nello scopo con l’obbiettivo di migliorare e rafforzare il sistema sanitario nei campi dei rifugiati.

Siamo stati e siamo tuttora impegnati sul fronte gestionale in diversi ospedali di Etiopia, Uganda, Tanzania, Madagascar, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centroafricana. Il nostro lavoro spazia dalla installazione e messa a punto di Open Hospital, alla assistenza e realizzazione di nuove funzioni su software pubblico, o alla realizzazione di applicazioni contabili con l’utilizzo di OpenERP.

Abbiamo anche iniziato delle attività di consulenza, primo passo alla realizzazione di applicazioni software: in Etiopia, per rafforzare la capacità del sistema sanitario nella regione dell’Oromia e per migliorare i servizi sanitari materno-infantili nella regione di Gambela; in Uganda per migliorare la raccolta dati sullo stato di salute nelle regioni di Moroto e Napak, in Mozambico per un sostegno alla lotta per le malattie non trasmissibili.

Insomma, da un’attività di assistenza volontaria software siamo cresciuti in esperienza e consistenza paragonabili ad una piccola società di consulenza e realizzazione di prodotti informatici.

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Open Hospital aiuta i piccoli e medi ospedali nella gestione delle operazioni quotidiane.

Ho lasciato per ultima l’area della disabilità che quest’anno ci ha visto un po’ deboli; abbiamo realizzato qualche progetto, quali la costruzione di una piattaforma social per lo scambio di esperienze fra familiari, operatori sanitari e malati di SLA, o l’assistenza a malati cerebrolesi, ma siamo stati poveri di forze: pochi volontari disponibili con le giuste competenze, e di idee; nessuna nuova realizzazione di dispositivi, come invece avevamo fatto nel passato.

Stiamo lavorando per ripartire con le giuste energie e invito tutti a darci una mano.

Voglio infine sottolineare un altro aspetto che ha rappresentato un punto di svolta nella nostra crescita e che quest’anno e’ stato determinante: la nostra capacità di partecipare e vincere bandi pubblici e privati.
Qualcuno forse si ricorda quando tre o quattro anni fa, vista la scarsità di donazioni rispetto alle nostre necessità finanziarie per la realizzazione dei progetti, decisi di iniziare a perseguire questa strada, con qualche dubbio e molti pareri critici.

Possiamo dire che tale scelta, associata alla dedizione di chi si è sobbarcato l’onere di imparare prima e di applicarsi poi nella ricerca e scrittura di bandi adatti e in linea con la nostra missione, si è rivelata fondamentale, non solo per mantenere in vita l’associazione, ma anche per la sua crescita, che negli ultimi due anni è stata veramente ragguardevole.

Prima di chiudere vi lancio, tuttavia, una richiesta d’aiuto indotta da questa crescita enorme e rapida che ISF ha avuto, anche perché indirizzare questo aspetto è la conditio sine qua non per continuare in questa splendida traiettoria.
La crescita, come spesso accade, porta con se anche ad un po’ di confusione e di extra-lavoro: ora dobbiamo, ed abbiamo già iniziato a farlo, rivedere la nostra struttura organizzativa e migliorare nel contempo il nostro modo di lavorare. Non esiste crescita senza una revisione dell’organizzazione e dei processi interni, ma riusciremo ad attuare ciò solo se tutti i soci accetteranno di adattare il proprio modo di lavorare. Un esempio per tutti: siamo in molti e dobbiamo imparare a comunicare e documentare meglio le nostre attività se vogliamo evitare sovrapposizioni ed amplificare con il lavoro di squadra il nostro operato.

Chiedo l’aiuto di tutti perché poi tutti ne beneficeremo, e vi ringrazio sin d’ora!

Ecco, questo è stato in sintesi il nostro 2019.
Come spero si capisca da queste mie righe è stato un anno eccezionale per impegni e realizzazioni ed il merito va a tutti voi che avete contribuito in forme diverse, dedicando il vostro tempo, usando le vostre competenze, finanziando parte delle spese o semplicemente sostenendoci con attenzione e cuore.

Grazie a tutti e un caloroso Buon Natale: che il prossimo anno sia splendido per voi e per i vostri familiari.

Un grande abbraccio, Dino

Presidente di Informatici Senza Frontiere

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I bambini non vedenti nell’aula informatica di Beira (Mozambico) costruita con il progetto TECH4SEE