Home > Progetti > Odiare non é uno sport. Percorsi educativi per prevenire e contrastare l’hate speech nello sport

Finanziamento: Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo (AICS)
Luogo: Italia
Durata: 2020
Ruolo di ISF: co-partner con ruolo di responsabile sviluppo soluzioni tecnologiche

Perché il progetto

Lo sport sembra essere diventato, sempre più, un’arma a doppio taglio. Da un lato straordinario luogo di inclusione e aggregazione sociale, dall’altro fornace di discorsi e gesti d’odio, che la dimensione digitale potenzia e diffonde in modo esponenziale. Come sostiene Mauro Valeri in Che razza di tifo “L’alto potenziale educativo e inclusivo dello sport deve fare i conti con fenomeni attuali avversi: la crescita della migrazione e l’onnipresenza del mondo digitale nella vita quotidiana, per cui l’ondata di offese, odio e discriminazione si è spostata sul web e focalizzata sulla discriminazione razziale”. Secondo la ricerca Ue Kids Online, il 41% dei ragazzi tra i 15 e i 17 anni ha letto messaggi d’odio o commenti offensivi diretti a individui o gruppi discriminati per il colore della pelle, la religione o il gruppo etnico di appartenenza. Non di minor conto le discriminazioni di genere, particolarmente rilevanti in alcune tipologie di sport, e quelle verso la disabilità. L’hate speech, sotto varie forme, sembra diventato il pane quotidiano della comunicazione digitale e non solo.

Cosa facciamo

1. Studiamo il fenomeno per contrastarlo. In collaborazione con l’équipe multidisciplinare del Centro di ricerca avanzata Coder dell’Università di Torino stiamo elaborando un “Barometro dell’odio nello sport”, monitorando i principali socialmedia e le testate giornalistiche sportive. Tale lavoro è supportato dallo sviluppo di importanti soluzioni tecnologiche per l’intercettazione di hate speech online e l’applicazione di risposte in tempo reale valorizzando un algoritmo specifico sviluppato dal Laboratorio d’Innovazione della School of Management di Torino. E’ infatti comprovato dalle più recenti analisi del Cyberbullying Research Center che il 50% del bullismo può essere fermato quando figure esterne intervengono a un basso livello di escalation.

2. Informiamo e raccontiamo l’altra faccia della realtà. Promuoviamo la campagna #Odiarenoneunosport che coinvolge personaggi sportivi di richiamo e mobilita l’attivismo giovanile. Attraverso video, servizi fotografici, testimonial, il dizionario Bullyctionary, spot e contest raggiungeremo oltre 1 milione e mezzo di persone sensibilizzando sul problema ma anche portando esempi positivi di integrazione e inclusione attraverso lo sport

3. Lavoriamo insieme alle scuole e alle società sportive. Abbiamo creato delle unità didattiche e dei percorsi formativi interattivi per far riflettere i ragazzi sul fenomeno dell’hate speech nello sport e fornire loro strumenti per difendersi. Lavoreremo con 1200 studenti delle scuole secondarie di I e II grado; 2200 giovani sportivi tra gli 11 e i 18 anni aderenti a società sportive dilettantistiche,  200 insegnanti e 150 allenatori o dirigenti società sportive

4. Mobilitiamo i giovani. Delle squadre anti-odio territoriali di giovani atleti di varie discipline sportive, appositamente formati, intercetteranno e risponderanno in modo pertinente (supportati da norme giuridiche ed etiche) ai messaggi di hate speech nello sport. Si tratta di 7 squadre su 7 territori, composte da 10 giovani ciascuna: per un anno monitoreranno almeno 80 tra gruppi, profili e pagine delle società sportive sui principali social network e chat e realizzeranno, insieme agli studenti delle scuole coinvolte, 10 flash mob territoriali in contemporanea, in occasione della Giornata mondiale dello Sport, per attirare l’attenzione sul problema

Il progetto è promosso dall’ong CVCS in partenariato con 7 ong italiane con ampia esperienza nell’educazione alla cittadinanza globale (ADP, CeLIM, CISV, COMI, COPE, LVIA, Progetto Mondo MLAL),  la federazione sportiva CSEN, le agenzie formative FormaAzione, SIT e SAA-School of management, Informatici senza Frontiere per lo sviluppo delle soluzioni tecnologiche e Tele Radio City per la campagna di comunicazione. E’ finanziato dall’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Vedi la brochure del progetto. A breve sarà disponibile il sito!