Home > News > Africa, di nuovo Africa, finalmente Africa – 1 di Paolo Merlo

Sono passati nove mesi dal rientro dallo scorso viaggio in Uganda. Era circa metà marzo. Nove mesi in Italia, con la vita frenetica, i problemi di ognuno, la crisi economica, ma anche e soprattutto etica e morale. Abbastanza per dire “finalmente me ne vado”? No, sicuramente no! L’Italia, la Toscana in particolare, sono bellissime, troppo per poterlo dire, ma è il “contenuto” che spinge via…

Mal d’Africa… forse, non posso immaginare di essere “malato” perché sto tanto bene, grazie a Dio anche fisicamente, ma quando sono in partenza per l’Africa… sto meglio!

Tutto bene nei preparativi. Valigie a posto. Notebook per la nuova aula di informatica a posto, grazie ai giovani amici del “Centro Giovani Vintola” di Bolzano: mi hanno già procurato una cinquantina di notebook per le mie aule! Bravissimi!

E poi, per ringraziare giustamente chi sostiene il “Progetto Informafrica”: grazie agli “Informatici Senza Frontiere” che finanziano viaggio, visti e proiettore; grazie ad “Economia Alternativa”, l’associazione che ha comprato i pannelli solari per alimentare l’aula di Kasaala; grazie anche e soprattutto ai Padri Comboniani che hanno fatto nascere in Africa più scuole e centri di formazione di chiunque altro. Ora stanno cercando di migliorarle e renderle tecnologicamente avanzate, promuovendo queste aule e la formazione di giovani insegnanti adeguati alle nuove esigenze, ottenendo che i giovani crescano con le giuste conoscenze per il loro ingresso nel mondo del lavoro.

Il viaggio.

Arrivo all’imbarco tranquillo dopo un “check-in” veloce e senza problemi nonostante i superpesi dei bagagli. Mi chiamano perché i controlli non “capiscono” cosa c’è in una valigia (nell’altra sì… mah!): devo andarla a riaprire per far vedere i cinque notebook uno sull’altro… calma e gesso…

Aerei sempre più stretti… che fortuna essere piccolo! Non riesco a dormire nemmeno un minuto. Almeno il cibo è buono e il vicino di posto molto gentile.

Arrivo regolare, alle tre e mezzo del mattino. In dogana vogliono aprire anche loro le valigie, ma tutte e due: nemmeno i loro controlli “capiscono”… Apro la piccola con “soli 5 notebook” e nasce il problema, avendo dichiarato, ovviamente, che anche nell’altra ci sono dei computer. I computer usati non si possono importare in Uganda… (non si può tassare l’importazione di materiali usati!)… Rispondo gentilmente chiedendo cosa devo fare: non è permesso portarli, nemmeno per le scuole? Sempre gentilmente chiedo se devo buttarli via dentro la dogana o fuori… Davanti a questo dilemma, a cui la legge non ha provveduto a rispondere in anticipo, il funzionario capisce la sua impossibilità a proseguire il discorso e mi lascia passare: gli prometto che il prossimo anno non lo farò più… sapendo di mentire, perché il prossimo anno gli porrò lo stesso quesito, che è lo stesso dello scorso anno…

Mi viene in mente la legge italiana contro l’evasione fiscale: tutti i fornitori di servizi e merci devono consentire il pagamento con il POS oltre i 30 euro… ma nessuna sanzione è prevista se non ci si attrezza! La legge è in vigore dal 01/06/2014. L’evasione continua grazie ad una legge viziata volutamente alla base, per far credere al “popolo pecora” che ci sia la lotta all’evasione fiscale ma senza danneggiare minimamente però gli evasori.

Viva l’Italia… l’Italia che non muore… nonostante tutto e tutti (gli italiani)! … e viva anche l’Uganda!…

Fuori dall’aeroporto l’accoglienza del tassista di fiducia dei Padri Comboniani che mi porta direttamente a Kasaala. Si arriva alle sette, giusto in tempo per andare alla Messa, in ringraziamento per il viaggio, per essere qui, per ritrovare la semplicità della gente che con niente è contenta e che ti abbraccia per dirti grazie di essere tornato e non esserti dimenticato di loro.