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Ieri sera ho incontrato Mario Marsiaj, un medico che da quarant’anni sostiene l’ospedale di Angal (Uganda), ci vediamo circa una volta all’anno per il piacere di stare assieme e per fare un check sul progetto OpenHospital (OH) iniziato proprio da Angal tre anni fa.

L’esigenza di creare un piccolo sistema gestionale per un ospedale dei paesi in via di sviluppo è stata colta da me e da Luisa Levorato nel nostro viaggio ad Angal del 2005. Al nostro ritorno abbiamo evidenziato questa esigenza ad un gruppo di professori dell’Istituto Tecnico Volterra di San Donà di Piave che, entusiasti dell’idea, hanno creato un gruppo di lavoro con dei bravissimi studenti (http://angal.volterraproject.org/). Quattro/cinque mesi del tempo libero dei professori e degli studenti sono bastati per prendere dimestichezza con Java e a scrivere un pacchetto (OH) che successivamente è stato installato ad Angal dai volontari di Informatici senza frontiere (ISF).

La qualità del lavoro svolto dal gruppo del Volterra è eccezionale, l’evoluzione di OH lo dimostra.

Paolo Rossetto, responsabile software di ISF durante la sua missione ad Angal del 2006 ha recepito delle migliorie da apportare ad OH ed è riuscito con facilità ad inserirle nel software originale. Con altrettanta semplicità i soci di ISF-Puglia sono intervenuti su OH per creare la versione in francese, installata nel Benin, e successivamente adattarlo all’esigenze dell’ospedale Indira Ghandi di Kabul (Afghanistan).

L’evoluzione di OH non si è ancora fermata: al gruppo del Volterra, a Paolo Rossetto, a ISF-Puglia si è aggiunto Alessandro Domanico. Alessandro ha scoperto ISF su internet, si è scaricato OH da www.sourceforge.net e ha capito che era adatto a soddisfare le esigenze dell’ospedale dove attualmente sta prestando il servizio civile, il S.Orsola di Matiri (Kenya). Alessandro ha anche le competenze Java e dialogando con Paolo e i ragazzi pugliesi sta apportando ulteriori miglioramenti a OH.

Mi è sembrato opportuno raccontare questa storia dove volontariato, competenze informatiche e utilizzo sensato di internet si fondono e producono un software con riscontri positivi a livello internazionale, un software in grado di evolvere grazie al contributo di persone distanti geograficamente che si conoscono e collaborano grazie alla rete. Chiedo a tutte queste persone di arricchire e integrare il mio racconto, volutamente sintetico e approssimativo.

Gimo