A Rovereto dal 24 al 26 ottobre 2024 si svolge il Festival Informatici Senza Frontiere dal titolo “Otre i confini dell’intelligenza artificiale”.
Dopo aver indagato il tema dell’intelligenza artificiale nel 2023, la nona edizione del Festival Informatici Senza Frontiere – in programma a Rovereto dal 24 al 26 ottobre 2024 – si spinge oltre i confini per scoprire gli effetti che l’IA avrà nella vita di tutti i giorni. Attraverso talk, dibattiti, incontri, laboratori e spettacoli si riflette sull’uso consapevole delle nuove tecnologie, sui rischi e le opportunità e sulle implicazioni etiche e sociali del loro utilizzo in campo sociale, culturale e industriale ma anche sportivo, artistico e musicale. Gli ospiti sono tra i più competenti sul piano nazionale ed internazionale su intelligenza artificiale, neuroscienze, psicologia, etica, Data Act, generative IA: ricercatori e scienziati, docenti universitari, giornalisti, filosofi, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni, filmaker, artisti, personalità del mondo della cultura e dell’informatica.
Tra i nomi e i temi: Paola Velardi dell’Università La Sapienza di Roma, che si occupa di IA dal 1983 ed è una delle 100 ricercatrici invitate a far parte del progetto “100 Donne per la Scienza”, svela le origini della IA generativa e i principi fondanti delle reti neurali. Marco Trovato, direttore editoriale della rivista Africa, parla della rivoluzione digitale in Africa. Il filmaker Lorenzo Letizia e la compositrice Ginevra Nervi esplorano le possibilità tecnologiche moderne per generare immagini e narrazioni mettendo in scena una video-opera live in cui l’azione si svolge in tempo reale con un montaggio creato davanti agli spettatori. La GeoAI, l’intelligenza artificiale a servizio delle mappe, è il tema affrontato da Maurizio Napolitano, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler. Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale, racconta i falsi timori, i rischi e i benefici reali dell’IA. Emanuele Rodolà, professore di Informatica dell’Università La Sapienza di Roma nell’incontro “Sinfonie generative” affronta potenzialità, applicazioni e implicazioni della musica creata da algoritmi di IA. Flavio Bortolotti, in arte Kenobit, uno dei maggiori rappresentanti della scena 8 bit in Italia e nel mondo, che ha suonato i suoi Game Boy in ogni angolo del pianeta, al Festival Informatici Senza Frontiere spiega le basi della musica elettronica con un Game Boy del 1989 e una piccola esibizione musicale di brani realizzati live. L’etica nella macchina è il tema di Aldo Gangemi, coordinatore della sezione HumasticAI-AlmaAI del dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna.
Alex Braga, il conduttore radiofonico e pioniere nel campo dell’IA presenta il suo nuovo lavoro Automatic Impermanence in dialogo con A-Mint, un’intelligenza artificiale etica e sostenibile realizzata dall’artista. L’intelligenza artificiale a servizio dello sport è il tema di due incontri che affrontano l’hate speech e la raccolta dei dati per migliorare le strategie di gioco e di allenamento e le performance degli atleti. Gli avvocati Anna Cataleta, responsabile della protezione dei dati dell’autorità Garante per l’Infanzia, e Marina Carbone, Legal Advisor per M&D Advance, analizzano in due differenti appuntamenti gli aspetti fondamentale dell’AI Act, la normativa in tema di intelligenza artificiale e il Data Act, il regolamento per una governance dei dati nell’Unione Europea. Giovanna Sissa, dell’Università degli Studi di Genova che studia da anni la dimensione interdisciplinare dell’innovazione digitale, parla di impatto ambientale dell’universo digitale. Norberto Patrignani, rappresentante nazionale italiano al TC9-Technology and Society dell’IFIP (International Federation for Information Processing) e professore di Computer Ethics della Scuola di Dottorato del Politecnico di Torino, racconta gli automi di Von Kempelen del XXI secolo. Federica Nicolardi, ricercatrice di Papirologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II rivela il testo emerso grazie all’IA di un rotolo di papiro ritrovato a Ercolano, accartocciato, compresso e carbonizzato dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.