Domenica sera prendiamo il traghetto da Durazzo in Albania, per tornare in Italia dopo un week-end passato a Mamurras. Seduti al tavolino sul ponte ci guardiamo felici ma silenziosi e già malinconici perché un pezzo di noi è rimasto lì …con cinque persone speciali che abbiamo avuto la fortuna di incontrare … suor Roza, suor Sara e suor Olga, Biba e Mira.
Siamo partiti venerdì notte in 5 (Chiara, Fabrizio, Massimiliano, Rino, Roberto) per andare da Suor Roza, con la macchina di Roberto piena di 10 pc per allestire un laboratorio che permetta agli studenti che frequentano l’istituto per attività di doposcuola e ricreative di utilizzare le postazioni con collegamento ad internet per studio e ricerca. Con noi è partito dall’Italia Biba, un ragazzo di Mamurras che quando ritorna in Albania si occupa di aiutare le suore nella sistemazione del centro. Biba aveva già realizzato l’ impianto sotto traccia per rete locale lan e alimentazione elettrica (3 prese per postazione). Un impianto realizzato in modo eccellente. Con il suo aiuto abbiamo iniziato il nostro lavoro.
Operazioni: cablaggio della rete, infilaggio dei cavi nelle canaline sotto traccia , 10 postazioni in rete collegate ad internet con installato sistema operativo lubuntu, una stampante laser, ricondizionamento pc, smaltimento dei pc obsoleti in componenti riciclabili: ferro, plastica, e non riciclabili. Il ferro è possibile rivenderlo e guadagnarci qualcosa. Il lavoro è stato completato nei tempi previsti.
Mamurras è un centro rurale a poco più di 50 km da Durazzo, senza infrastrutture, in cui queste 3 donne coraggiose cercano di offrire ai loro ragazzi tutti i servizi possibili, in una lotta continua tra la rassegnazione degli abitanti e il loro desiderio di migliorare. E siamo stati subito coinvolti dal loro entusiasmo e motivati dalla loro determinazione per poter affermare che questo viaggio è solo il primo passo di un progetto più grande e continuativo che porteremo avanti a Mamurras.
Un grazie per l’ospitalità a Suor Olga, Suor Sara e Suor Roza perchè ci hanno fatto sentire a casa e perchè ci hanno insegnato che è importante impegnarsi anche nelle situazioni più complesse, mettersi in gioco, cercare di essere migliori…o almeno provarci.