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Domenica 27 maggio 2012, in occasione dell’iniziativa promossa da “UN ALTRO MONDO IS POSSIBLE”, si sono ritrovati nella Villa Comunale di Angri (SA) dalle ore 9.30, fino a notte inoltrata diverse associazioni umanitarie e di volontariato.

Presso lo stand di Informatici Senza Frontiere, opportunamente organizzato e gestito da Francesco Coppola, vi è stato un buon flusso di visitatori e di persone interessate alle attività dell’associazione.

L’occasione è stata propizia per incontrare, fra le varie organizzazioni presenti, anche “Bambini nel Deserto”, che ha inaugurato la Sede campana ad Angri.

Abbiamo incontrato Luca IOTTI, il fondatore e presidente della ONG. Ci spiega che Bambini nel Deserto (BnD) nasce come Associazione di Volontariato e ONLUS nel 2000 a Modena; completato il primo progetto di Cooperazione Internazionale, nel 2004 apre le prime sedi in altre città italiane. Nel 2008 viene riconosciuta come ONG (Organizzazione Non Governativa) dagli Uffici della Cooperazione Internazionale del Ministero degli Affari Esteri.

La manifestazione di Angri ha lo scopo di Raccogliere fondi per l’orfanotrofio nel villaggio di Sissin ‐ BURKINA FASO, ma con Luca chiacchieriamo di tante altre situazioni critiche riguardanti il territorio africano che comprende in modo particolare il Mali ed il Niger, oltre al Burkina Faso, a sud di Libia ed Algeria.

In questo contesto si prefigurano diverse attività che la organizzazione BnD potrebbe effettuare con la partecipazione di Informatici Senza Frontiere, l’associazione sempre pronta a sostenere e condividere progetti sociali ed educativi, nell’intento di ridurre il divario digitale ancora presente nel mondo.

Luca ci racconta a grandi linee qual è l’iter dei migranti dall’Africa verso l’Europa. Ci si rende conto, dal suo racconto, che la traversata del Mar Mediterraneo è semplicemente l’ultimo tratto di una odissea ben più faticosa e pericolosa. Da qui l’esigenza di poter collaborare informaticamente per sviluppare una vera e propria gestione dei dati delle persone che quotidianamente si spostano nel territorio africano tra le frontiere dei vari stati. Ogni Stato ha le sue leggi, le proprie Polizie e soprattutto i propri metodi che con un po’ di eufemismo potremmo identificare come non proprio democratici.

BnD ha una visione chiara della situazione geopolitica, essendo sul territorio africano già da diversi anni. Per questo motivo, utilizzerebbe strutture informatiche ad Agadez, una città del Niger, che è l’unico crocevia per coloro che decidono di emigrare da tutta l’Africa sub-sahariana.

ISF potrebbe dare un valido contributo realizzando un software (da tradurre in francese) per archiviare i dati anagrafici dei migranti che transitano da Agadez.  Attualmente BnD effettua in “collaborazione” con la polizia locale la raccolta di questi dati, ma può solo fare delle foto di registri e poi trascrivere i dati su dei fogli di lavoro excel.  Il valore di questi dati può essere enorme; una simile raccolta di informazioni, fornita all’UNHCR (Agenzia ONU per i rifugiati) permetterebbe di conoscere le generalità di molte di queste persone di cui si perdono le tracce, in quanto vengono uccise, o muoiono, prima o durante la traversata. Un collegamento telematico tra il nostro paese e le strutture africane, permetterebbe la trasmissione di questo flusso di dati che può servire indubbiamente a conoscere gli immigrati che arrivano ed arriveranno, una informazione molto appetibile anche per il Governo e gli altri Stati Europei.

Altro sostegno richiesto a ISF, potrebbe essere quello di procacciare soluzioni tecniche e operatori in grado di installare e fare manutenzione dei pannelli solari da utilizzare per erogare la corrente necessaria al funzionamento delle pompe idrauliche. L’idea è quella di trovare  finanziatori che possano monitorare, da remoto, l’andamento delle pompe stesse. Ne trarrebbero, certamente, anche un beneficio pubblicitario.

La costruzione in loco di dighe e bacini d’acqua riesce ad evitare che un gran numero di persone abbandoni la propria terra. Forse, si diminuirebbe un po’ anche il fenomeno della emigrazione.

Purtroppo, nonostante il fatto che gli uomini africani sappiano che qui da noi non c’è lavoro e che devono sottostare alle atroci leggi della malavita organizzata, sanno, per certo, che una volta fatta la traversata, riusciranno ad inviare ai loro cari in Africa il denaro occorrente per poter vivere.

Abbiamo ancora molto da imparare … e come sempre, c’è ancora molto da fare!