Il 3.1.2009 Claudio Tancini partirà per la quinta missione di ISF ad Angal – Uganda. La prima volta sono andato io e Luisa Levorato seguito da Luca Salomoni, poi è arrivato il momento di Paolo Rossetto e infine Piero Marsiaj.
Lo scopo della missione di Claudio è aggiornare il software, tentare di stabilizzare il precario collegamento internet e, soprattutto fare formazione. Formazione agli utenti affiancandoli nell’utilizzo di OH e formazione a James (il nostro referente informatico a Angal) per la gestione del sistema.
Il viaggio di Claudio sarà simile a quello di Alessandro: arrivo nella capitale e trasferimento in un’area rurale dopo un lungo viaggio nella savana. La capitale dell’Uganda è Kampala servita dall’aeroporto internazionale di Entebbe, famoso anche per il bliz israeliano del luglio 1976.
Da Kampala ad Angal ci sono 400 km attraversando in direzione nord-ovest quella che Winston Churchill ha definito la perla d’africa. Forse Claudio non potrà apprezzare completamente gli straordinari scenari che gli si presenteranno, perché non utilizzerà un mezzo di trasporto privato. La sua missione non coincide con spostamenti di altre persone da Kampala ad Angal e quindi dovrà viaggiare con i trasporti pubblici ugandesi, più precisamente il gaga bus già usato da Luca Salomoni durante la missione dell’ottobre 2006. In quel caso luca era andato a Kampala ad acquistare il cavo per collegare i pc di Angal e ci ha raccontato il viaggio con una mail che sono riuscito a recuperare.
—– Original Message —–
From: Luca Salomoni
To: informaticisenzafrontiere@yahoogroups.com
Sent:Tuesday, October 10, 2006 10:12 AM
Subject:[ISF] Angal 4
Un autobus chiamato LSD.
Stamane sono rientrato da Kampala dopo aver acquistato tutto il materiale per concludere la rete.
Ieri, domenica, con mia somma fortuna avevo trovato tutti i negozi aperti, dato che oggi è festa nazionale, ed ho concluso le compere entro il pomeriggio ed ho acquistato il biglietto dell’autobus, il migliore, verso Angal.
Ore 4.40 sveglia dopo aver dormito su un letto più piccolo di me di 10 cm; e sì che io non sono un giocatore di basket!; ore 5.00 attesa del taxi; concordato il pomeriggio prima, fuori del cancello di Combini House; con mia somma felicità ho potuto notare che il cancello era chiuso e che non c’era nessuno di guardia (qui si usa così), ed allora… salto del cancello! Solo al mio arrivo ad Angal, Claudia mi ha informato del rischio corso visto che in tutte le ville lì attorno c’è sempre la guardia armata. Che fine del piffero essere impallinato su un cancello di preti tentando di uscirne.
Ore 5.30 appuntamento presso la stazione degli Autobus verso Arua: la faccia più bella era da film dell’orrore; credo che mi sia perfino spuntato il radar nei piedi per poter captare qualsiasi cosa mi stesse succedendo affianco.
Ore 6.00 Partenza in Autobus, e prima ancora preghiera “cattolica” da parte di una passeggera con “Amen” finale dell’intero Autobus (“e qui comincia bene..” mi sono detto); posti a sedere 65, passeggeri 76 così disposti: 60 ugandesi adulti, 5 pakistani; 7 bambini (in un posto ce ne stanno 3…), 1 bianco (io) e 3 galline (portoghesi visto che non pagavano il biglietto..).
Lo Stewart, é sì! hanno anche lo stewart come nei voli.. in un inglese molto ugandese ha detto:
1) ci fermeremo in un sol posto per acquistare acqua e cibo ed avete solo 3 minuti (arrivati in questa cittadina sono stati di parola: solo 3 minuti mentre si veniva accerchiati da una folla di venditori di bibite, Kasaga, arrosticini ugandesi e pollame vario, che per mia gioia qualcuno ha acquistato in gran numero.)
2) chi deve vomitare avvisi che gli verrà fornita una borsetta di plastica nera e della carta igienica: non ci si ferma per nessun motivo!
Partenza in orario perfetto con tutte le teste che ciondolavano all’unisono sinistra e destra ad ogni scossone e buca nell’asfalto; dopo pochi minuti tutto l’autobus dorme.
Alla mia sinistra era seduta una giovane mamma con i suoi 4 pargoletti, tutti in due sedili, i quali hanno continuato a vomitare per metà tragitto, poveri loro, e la mamma verificava solo che non si sporcassero troppo..
Ogni tanto mi sveglio, ed essendo seduto al penultimo posto dell’autobus (quello dei bulli quando si andava alle superiori), comincio ad avere dei flash da LSD: l’autobus si dimena di qua e di là, le teste ciondolano, fuori dal finestrino gli alberi scorrono ad una velocità incredibile (per vs. informazione la durata è stata di 5 ore per lo stesso tragitto che in auto abbiamo impiegato 6 ore…); in più, ad ogni sorpasso, incrocio o centro abitato l’autista usava, a sua discrezione, delle bellissime trombe da stadio per la durata di svariati secondi; alla prima ho fatto un salto nel sedile….
Il bello poi era la moquette che ricopriva il tetto dell’autobus: fondo blu con strisce colorate che andavano dal verde, al giallo acido fino al rosso; era proprio un bus chiamato LSD.
A circa 3/4 del percorso è cominciato il bello: abbiamo lasciato la strada asfaltata per prendere una parallela in terra rossa a causa dei lavori di costruzione della sede stradale.
La sezione dell’autobus si deformava ogni buca che l’autista prendeva ad una velocità di 40 km/h ed ogni tanto si sentiva perfettamente che regolava la corsa dello “scatolone impazzito” con un pò di sano controsterzo. Era da morir dal ridere; si volava sui sedili, mancava solo il segnale di allacciare le cinture di sicurezza e sarebbe stato perfetto.
Il tutto è durato per circa una 20na di Km con eventuali incroci o sorpassi di camion merci stipati all’inverosimile.
Ore 10.40 arrivo a Nyaravur, da dove ho proseguito a piedi per Angal con il mio bel scatolone di 300 Mt di cavo CAT5, e visto che “paese che vai, usanze che trovi” ho subito utilizzato il modo di trasporto delle merci usato qui esclusivamente dalle donne: sopra la testa; debbo dire che è utile, ti ripara dal sole e ti dona un grandissimo portamento eretto da passerella di moda; il tutto davanti all’ilarità di tutti gli uomini che incrociavo dato che qui loro non fanno quasi nulla (che abbiano capito tutto della vita???).
Colpo di fortuna: dopo 500 mt si ferma un pickup con i soliti 5 passeggeri davanti e 4 nel cassone, l’autista mi domanda dove vado ed appena gli dico dell’ospedale di Angal mi fà cenno di saltar su, consiglio che colgo al volo.
Forse non era giornata…. dopo 1.5 km il motore si ferma e quindi la mia marcia ricomincia a piedi. Nulla di impegnativo, mancava solo 2 km.
Ore 11.15 Arrivo all’ospedale, un the caldo ristorare subito a casa di Mario e Claudia (qui sono tutto molto British Style).
Nel pomeriggio abbiamo assistito ad una partita di calcio del campionato provinciale: Angal contro Nebbi, ossia scalzi con scarpe in un campo che non ci faremmo pascolare nemmeno le capre da tante buche aveva. Attorniati da una folla di bambini belli ma terribilmente sporchi, ci hanno offerto, perfino, la tribuna VIP: otto sedie di plastica in prima fila visto che il campo era tecnicamente definito dalla folla attorno. Mi dispiace non aver fatto una foto ad un grandissimo giocatore: senza scarpe ma con i parastinchi; un grande che ha a cuore le sue gambe…
Per vostra informazione Nebbi ha vinto 1-0 dopo aver subito il gioco di Angal per quasi tutti e due i tempi.
Alle 7.00 l’arbitro a fischiato la fine della partita, non perchè fosse realmente finito il tempo, ma perchè ormai era tramontato il sole e non ci si vedeva più nulla; magari facessero così anche nel ns. campionato.
Dopo la cena classica puntatina dai padri comboniani per continuare a vedere un altro spezzone del film su San Pietro…. mi sono dileguato immediatamente!
Domani giornata di preparazione del cablaggio di rete la mattina e prima lezione di corso al pomeriggio.
Vi terrò informati.
Buona serata e Viva l’Uganda visto che oggi è il giorno dell’indipendenza.
Luca