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Seminario FIAGOP Palermo

Ciao a tutti,
volevo condividere alcune considerazioni dopo la partecipazione a Salute@Venezia e al Seminario FIAGOP di Palermo e la presentazione del progetto ISF “Bambini al Computer”.

Un primo positivo riscontro riguarda le soluzioni dell’area della Telemedicina: gli strumenti per telediagnosi e teleconsulto sono ci sono da molto tempo, ma la sensazione che ho avuto e’ quella di una offerta piu’ “matura” e di una più semplice integrazione con i sistemi gestionali e gli standard di comunicazione.
Penso a questo anche in prospetti dei progetti per il Terzo Mondo e le possibilità che si potranno implementare con il supporto a distanza (un esempio già evidente e’ Patologi Oltre Frontiera).


Al seminario FIAGOP (Federazione Italiana Associazioni Genitori di Oncologia Pediatrica) ho partecipato ad una bella discussione sulla introduzione di internet e delle tecnologie ICT nei reparti, e riscontrato che, nel prossimo futuro, il nostro problema di “tecnologi” non sara’ piu’ quello di fare capire perche’ portare internet, ma di aiutare nella implementazione delle soluzioni migliori (soprattutto semplici e affidabili). A mio avviso e’ stato fatto un salto di qualita’ nelle Associazioni.

Ho anche seguito la presentazione del progetto Smart@Inclusion (Ministero della Funzione Pubblica/Telecom), che ha portato al Sant’Orsola di Bologna un sistema integrato per i ragazzi e la gestione dei processi interni. La stessa soluzione verra’ estesa a molti reparti di Pediatria Oncologica in altri Ospedali.
Da verificare se questa volta il Pubblico manterra’ tutte le promesse, anche se i presupposti sembrano positivi.
Invece un fattore molto importante del “modello ISF” e’ quello di implementare un contesto simile a quello che si trova a casa, sia come strumenti (un laptop standard) che come servizi utilizzabili, e potendo dare anche ai familiari (fortemente impattati dai periodi di presenza in reparto) la possibilita’ di connettersi.
Il nostro progetto “Bambini al Computer”, ancora una volta molto apprezzato, potrebbe essere una alternativa nonprofit e/o andare a colmare aree non comprese in Smart@Inclusion, come per esempio le case esterne attrezzate delle associazioni che ospitano ragazzi e famiglie durante alcuni periodi della cura e gli Ospedali che non beneficeranno, o beneficeranno molto in la’nel tempo, del progetto ministeriale.

C’e’ da fare….

Cordiali saluti.
Claudio.