È stato introdotto dalla legge Finanziaria del 2006 in via sperimentale ed è stato rinnovato ogni anno. Il cinque per mille non è una donazione, né un’imposta, ma un semplice gesto di solidarietà a favore di chi si occupa degli altri.
Esso consiste nella possibilità, per ogni contribuente privato, di destinare il cinque per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) a Onlus, associazioni di promozione sociale, associazioni riconosciute, enti dediti alla ricerca scientifica e alla sanità, università, servizi sociali dei comuni e associazioni sportive.
Come ogni anno, anche per il 2013, ci si prepara al periodo delle scadenze per i contribuenti. Anche per la destinazione del cinque per mille, le date da rispettare dipendono dal modello che si compila e da quali sono le modalità di presentazione.
Fondamentalmente sono tre i modelli utilizzabili, e sono a cura di persone fisiche residenti in Italia che nell’anno fiscale precedente hanno maturato un reddito soggetto a tassazione; le aziende, quindi, non possono utilizzare questo metodo per favorire tale elargizione.
Per l’anno in corso:
- Modello 730: se presentato al proprio datore di lavoro, il termine scade il 30 aprile 2013; se presentato a un CAF o a un professionista abilitato, il 31 maggio 2013.
- Modello Unico: nel caso di presentazione in formato cartaceo presso le poste, entro l’1 luglio 2013; se con presentazione in formato elettronico per via telematica, entro il 30 settembre 2013.
- CUD: allegando la scheda relativa entro il 30 aprile 2013, sia consegnandolo agli uffici postali sia al Caf.
Da diversi anni l’adesione dei contribuenti è sempre buona, supera qualunque attesa iniziale: quasi sedici milioni d’italiani, infatti, hanno approfittato di questa misura. Ovviamente, non essendo un’imposta, il cinque per mille non comporta costi aggiuntivi per i contribuenti. Inoltre il modo di utilizzo è abbastanza semplice e intuitivo.
Basta apporre la propria firma nell’apposito riquadro del CUD, del modello 730 o del Modello Unico. Chi vuole, può riportare il codice fiscale dell’organizzazione scelta. Si può esprimere solamente una preferenza: i settori, infatti, sono alternativi tra loro e lo spazio per apporre il codice fiscale è uno solo.
Non essendo un’operazione obbligatoria, ma assolutamente volontaria, è da tenere presente che se non si compila lo spazio, il cinque per mille va allo Stato, che deciderà come utilizzarlo. Se si mette, invece, la propria firma su un settore, ma non s’indica alcun codice fiscale, il contributo è ripartito tra gli enti e le associazioni che fanno parte di quella specifica categoria.
È bene quindi compiere una scelta secondo un proprio criterio. Si rende, questo strumento veramente democratico, solo se s’inserisce un codice fiscale e il contributo va all’ente scelto.
Attenzione alla compilazione dei moduli, però. Ci sono due spazi a disposizione del contribuente per esprimere preferenze: Cinque per mille e otto per mille. Le due scelte di destinazione dell’Irpef non sono alternative fra loro, anzi, l’Agenzia delle Entrate dice che il contribuente è tenuto a esprimere entrambe le preferenze.
Questa la differenza. Del cinque per mille beneficiano enti di natura privata e pubblica che promuovono attività solidaristiche. L’otto per mille, invece, si riferisce a una normativa del 1985 che prevede la destinazione dell’Irpef a favore delle confessioni religiose o dello Stato.
L’elenco completo di tutti i potenziali beneficiari del cinque per mille è sempre in evoluzione per le continue iscrizioni. Una lista, comunque, è pubblicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Dal 2008, infatti, tutte le associazioni che beneficiano del cinque per mille devono pubblicare un rendiconto delle attività svolte con i contributi ricevuti.
Facile costatare che gli enti cui si può destinare il cinque per mille dell’Irpef sono molteplici ed in numero cospicuo. Tra questi vi è l’associazione onlus ISF – Informatici Senza Frontiere.
Destinare a questa Onlus un contributo è di fondamentale importanza per l’attività in corso. È un piccolo gesto di sostegno e di supporto alle tante iniziative che dal 2005 a oggi sono state già realizzate, e ai nuovi progetti ora in cantiere e in via di sviluppo. Sul sito dell’associazione, www.informaticisenzafontiere.org si possono scoprire le iniziative e le attività in essere. Tra le tante, si possono segnalare:
- I.S.A. – I Speak Again – diffondere e migliorare I.S.A., un’applicazione sviluppata da volontari ISF che permette alle persone che per malattie temporanee o permanenti non possono utilizzare gli arti e la voce;
- I Nostri Figli Nella Rete – far conoscere a genitori e famiglie, attraverso seminari e incontri, i rischi che un uso improprio di Internet e dei Social Network (es. Facebook e Twitter) può produrre nei bambini e nei ragazzi;
- Cooperazione Internazionale – realizzare una rete di collaborazioni con altre associazioni e istituzioni e costituire un punto d’incontro per chi opera nel volontariato, in cui trovare e condividere esperienza e informazioni;
- Recupero Hardware obsoleto (Trashware) – Recuperare, ed insegnare a farlo, vecchi pc ed apparecchiature informatiche per utilizzarli nuovamente in progetti o per donarli ad associazioni o persone in difficoltà;
- Ospedali in Africa – informatizzare gli ospedali per aiutarli nella gestione dei pazienti e delle farmacie, con l’utilizzo del software Open Hospital sviluppato da volontari ISF, e dalla comunità open source creatasi intorno.
Per contribuire alla realizzazione di ogni singolo progetto, che mira all’abbattimento del digital divide, è importante firmare e inserire il codice fiscale di Informatici Senza Frontiere ONLUS 941 0698 0264.
Un sano passa parola, ad amici, colleghi, parenti, commercialisti o CAF, oppure più semplicemente inviare una cartolina elettronica ai propri contatti direttamente dal sito, è un modo semplice e gratuito per aiutare il mondo del no profit e della ricerca.